Lo Stato

La separazione dei poteri  (clicka)

Lo Stato liberale si regge su questi due principi, o meglio, su queste due separazioni:

 

Il Potere che stabilisce le tasse, non gestisce i soldi pubblici.

Il Potere che porta  in giudizio, non giudica.

 

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E Samuele rapportò tutte le parole del Signore al popolo, che gli chiedeva un re.
E disse: Questa sarà la ragione del re che regnerà sopra di voi: Egli piglierà i vostri figliuoli, e li metterà sopra i suoi carri, e fra i suoi cavalieri, ed essi correranno davanti al suo carro.
Li prenderà eziandio per costituirseli capitani di migliaia, e capitani di cinquantine; e per arare i suoi campi, e per far la sua ricolta, e per fabbricare le sue arme, e per gli arnesi dei suoi carri.
Egli prenderà eziandio le vostre figliuole per profumiere, e cuoche, e panattiere.
Piglierà ancora i vostri campi, e le vostre vigne, e i vostri migliori uliveti, e li donerà ai suoi servitori.
Egli torrà eziandio le decime delle vostre semente, e delle vostre vigne, e le donerà a’ suoi ufficiali e a’ suoi servitori.
Piglierà eziandio i vostri servi, e le vostre serve, e il fior de’ vostri giovani, e i vostri asini, e gli adopererà al suo lavoro.
Egli prenderà la decima delle vostre gregge; e voi gli sarete servi.
E in quel giorno voi griderete per cagione del vostro re che vi avrete eletto; ma il Signore allora non vi esaudirà.
1 Samuele, VIII, 10-18    (trad. Diodati).

 

Necessariamente la forma di governo migliore è quell’ordinamento in base al quale ciascuno possa fare le cose che ritiene migliori e vivere felicemente.
Aristotele, Politica, VII

 

Non deve sfuggire neppure il fine di ciascuna forma di governo, perché le forme di governo vengono scelte in rapporto ad un fine. Ed il fine della democrazia è la libertà.
Aristotele, Retorica, 1,8

 

La libertà politica per un cittadino consiste in quella tranquillità di spirito che proviene dall’opinione che ciascuno ha della propria sicurezza; e perché si abbia questa libertà, bisogna che il governo sia tale che un cittadino non possa temere un altro cittadino.
Montesquieu, Lo spirito delle leggi, XI, 6