L’idea di Europa come unità politica è nata originariamente da governi e partiti democristiani di centro destra: De Gasperi, Adenauer, Schumann.
Questa idea, o meglio, questo ideale è stato infettato e travisato dall’intervento dei partiti di sinistra (inizialmente fieramente contrari), che lo hanno trasformato in una consorteria di mercanti e banchieri, quando, con Prodi, hanno aperto le porte dell’Unione a venti Paesi, senza aver richiesto loro alcun impegno preventivo all’unità politica.
Anche la creazione dell’Euro, idea assolutamente positiva, è stata attuata nel peggiore dei modi, dalla solita e notoria incapacità della sinistra di comprendere i temi e le leggi dell’economia.
Ovunque ponga mano la sinistra, tutto infetta, tutto deturpa, tutto rovina.
Per questo noi non possiamo dichiaraci contro l’Europa, ma solo contro questa organizzazione europea, priva di ogni autorità morale, succube dei tecnici e dei Paesi più forti, se non delle alleanze tra Paesi, travolta dalle gelosie e dagli egoismi nazionali.
1) L’Italia non può presentarsi all’Europa, specie nel semestre di sua Presidenza, nelle sole vesti del questuante. La sua dignità di Paese fondatore, la vuole alla testa di un movimento di guida e sprone all’Europa verso l’Unità vera e verso una politica di larga visione.
Pertanto, alle giuste richieste di una maggior flessibilità nei riguardi dei Paesi in difficoltà (nel novero dei quali ci ha spinto Monti, mandatoci da uno sciagurato governo europeo dei tecnici), non possiamo far mancare proposte “forti”, che ci ripongano all’evidenza come Pese leader del cambiamento.
Individuiamo due linee di azione nelle quali esercitare la nostra influenza:
- proseguire verso un Esecutivo europeo autorevole, eletto direttamente dal Popolo su base europea (e non nazionale)
- allargamento dell’Europa verso la Russia, o, meglio, inserimento di questa nell’organizzazione europea.
Il primo punto ha il significato sia di creare una entità politica vera ed autorevole (gli Stati Uniti d’Europa), sia quello di superare la fase degli egoismi nazionali, nella quale noi non possiamo altro che essere penalizzati, perché soggetti alla volontà dei Paesi più forti, se non, peggio, delle alleanze tra Paesi: una Europa retta da Autorità nominate dai singoli Stati, non può essere che un coacervo di compromessi e ricatti.
Un Presidente europeo, con autorità su Politica estera, Difesa, moneta, grandi opere e difesa dei Diritti del cittadino europeo, eletto su base paneuropea, sarebbe, sia soggettivamente, sia oggettivamente, il Presidente di tutti gli Europei.
Il secondo rappresenta il ritorno alla grande idea di Silvio Berlusconi ed all’ abbandono della disastrosa politica estera europea degli ultimi anni, con l’intervento in Africa del Nord e gli ultimi tentativi di intromissione in Ucraina, con i risultati ben noti.
2) Vorremmo poi che i nostri rappresentanti in Europa partecipassero maggiormente alla lotta per la Libertà in Italia, con iniziative incisive e, soprattutto, atte ad attirare l’attenzione internazionale sulla disastrosa situazione nazionale.
La richiesta di una commissione internazionale indipendente, formata da magistrati, che esamini la situazione della Giustizia nel nostro paese, potrebbe essere una di queste iniziative.
Un’altra, provocatoria, che si mandino osservatori alle elezioni, per prevenire brogli elettorali, con l’autorità di esaminare i dati sui voti annullati e le schede votate.
Abbiamo visto il presidente del Parlamento europeo, Schultz il gauleiter, intervenire pesantemente contro la nostra parte ed il nostro leadear in campagna elettorale, una cosa di una indecenza unica, senza alcuna iniziativa di protesta da parte nostra, che non fosse forse qualche timida dichiarazione: ci voleva un sit-in o un abbandono dell’aula, o altre forme di maggior evidenza, quali uno sciopero della fame.
3) Vorremmo inoltre che i nostri rappresentanti conducessero una protesta sensibile contro l’Europa radical-chic, che imperversa con ordini e direttive su temi etici e morali assolutamente di parte e non facenti parte del nostro bagaglio culturale storico.
Non guasterebbe tornare a parlare delle nostre radici greco-giudaico-cristiane, da contrapporre al sessoconfusionismo ed alle leggi che puniscono con la prigione le opinioni non benedette dai nuovi predicatori.
Anche la pretesa dell’accoglienza senza alcun limite dell’immigrazione, fa parte di questi nuovi temi ideologici.
Ogni volta che un commissario europeo si permette di criticare od attaccare il nostro Paese per pretese violazioni su tali temi, vorremmo sentire qualcuno, eletto da noi, che lo manda apertamente a quel paese, in forme tali da indurlo a stare zitto la prossima volta, come accadde in occasione della sentenza sui Crocifissi nelle scuole.