Contro l’oppressione sociale

I Greci si consideravano un Popolo libero, e consideravano i Persiani un Popolo schiavo. In cosa consisteva la Libertà, per i Greci? Non nella democrazia, come erroneamente molti pensano: Sparta non fu mai democratica, ma fece sempre parte del consesso delle libere città della Grecia.

La democrazia è solo un modo di scelta di chi ci comanda, scelta che si attua una volta ogni tanti anni; la Libertà si esercita tutti i giorni della vita di ciascuno di noi.

Libertà significa sapere che chi comanda non può ordinarci tutto quello che vuole, non può proibirci od obbligarci a fare qualcosa, se non per impedirci di ledere la pari Libertà dei nostri simili.

A questo concetto di Libertà civile si è poi aggiunta la grande Idea della Libertà ontologica portata dal Cristianesimo, intesa come Libero Arbitrio: la Libertà di ciascuno di cambiare realmente, con la sua azione, il corso degli eventi, non più determinati dal Fato (o da Dio stesso).

L’Uomo è simile a Dio, nella sua Libertà, e dotato di diritti naturali inviolabili, determinati da questa sua Libertà divina, che lo rende concreatore dell’Universo.

Questa è la base della nostra Civiltà occidentale e Cristiana, il mastice che unisce i popoli europei in un’unica grande Nazione.

 

Eppure, da qualche tempo a questa parte, sembra che nulla della nostra civiltà passata abbia più la minima importanza: civile è solo quello che è stato pensato e teorizzato in questi ultimi decenni o, addirittura, semestri.

 

La Morale e l’Etica non possono essere imposte per legge, ci viene detto, ogni qual volta ci si scontri con temi morali od etici frutto della nostra storia millenaria: al contrario, sono invece obbligatori per legge, e ne è severamente vietato addirittura il dubitarne, tutta una serie di principi appena appena usciti dal forno della fervida fantasia di minoranze ideologizzate ed iperattive.

 

Ecologisti, animalisti, sesso-confusionisti, sesso-uguagliatoristi, libero-migrazionisti ed altri, la cui unica caratteristica comune è di essere frutto della grande transumanza intellettuale seguita alla rovina del Comunismo, ci assillano con obblighi e divieti legali sempre più numerosi e pressanti: il cosiddetto Permessivismo repressivo:

 

  • Per legge siamo costretti ad acquistare lampadine che costano 10 volte tanto la vecchia lampada ad incandescenza, per soddisfare le fregole della parte ecologista del pensiero progressista (mai il maggior costo eguaglierà il risparmio ottenuto, perché altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di obbligare nessuno).
  • Per legge paghiamo in bolletta i regali statali agli installatori di pannelli fotovoltaici, forse la forma di produzione di energia più inutile ed inquinante finora inventata.
  • Per legge siamo tramutati in schiavi dalle varie amministrazioni comunali, dovendo lavorare gratis a separare materiali di scarto di nessun valore (tanto che nessuno li vuole, se non lo paghi), per essere in linea con chi non vuole l’inceneritore.
  • Per legge non possiamo, a volte, uscir di casa in auto, per tener basso il tasso di sostanze (le polveri sottili), di cui nessuno sa dirci neppure se fanno male alla salute, o fanno solo ingrassare; così come, per legge, rendiamo obbligatorio un cosiddetto e demenziale Principio di Precauzione, per il quale è sufficiente che un tizio qualsiasi ipotizzi che una cosa qualsiasi possa far male, senza portarne alcuna evidenza, se non la sua opinione, perché la si debba proibire a tutti.
  • Per legge, noi bresciani, non possiamo mangiare polenta ed uccelli; e tutti, a breve, non potranno mangiare capretti od agnelli a Pasqua (per le uova si aspetta la prossima geniale pensata).
  • Per legge il popolo sovrano non può votare come vuole, ma dovrà distribuire le sue preferenze, saggiamente, tra maschi e femmine (e perché non tra giovani e vecchi, o tra biondi e castani, o tra altre differenze naturali, a scelta?).
  • Per legge dovremo insegnare ai piccoli come ci si masturba democraticamente, e come si sceglie il proprio sesso in base alle proprie inclinazioni, od alle mode del momento.
  • Per legge non possiamo sostenere che i diversamente-accoppiantesi non sono del tutto uguali ai fertilmente-accoppiantesi dal punto di vista dei valori morali o naturali.
  • Né che i provenienti da ogni altra parte del mondo non abbiamo il diritto di venire a farsi mantenere da noi, senza il nostro esplicitato consenso.
  • Né che …(siamo in attesa dei prossimi divieti per le nostre opinioni antiquate).

 

Orbene, noi siamo fermamente contrari a tutti questi obblighi e divieti: ognuno si regoli come crede nelle cose che tradizionalmente e storicamente sono sempre state libere, se non in presenza di evidenze scientifiche e chiare della nocività delle stesse; soprattutto, possa mantenere e sostenere tutte le opinioni che crede, in generale, ma in particolare quelle che, non solo non furono mai proibite, ma che furono, appena ieri, quelle di tutti.