Contro l’oppressione politica

L’oppressione politica in Italia e’ giunta a livelli oramai intollerabili per uno spirito democratico.

Essa si manifesta in mille aspetti particolari, dalla persecuzione del personale politico avverso al Regime, con forme di spionaggio generalizzato e continuo, di violazioni di principi fondamentali del Diritto, di pura e semplice invenzione di reati, talora neppur previsti dal Codice, fino all’impedimento dell’espressione delle proprie opinioni o della critica del Regime stesso, punita come oltraggio, calunnia o diffamazione.

 

Si e’ giunti all’intimidazione di massa dei testimoni contrari all’accusa, in assenza di quelli favorevoli; all’uso retroattivo delle leggi; alla ripetizione sequenziale di processi per lo stesso reato; alla violazione del principio del Giudice Naturale divenuta regola generale di comportamento.

 

Le regioni principali vedono i loro Presidenti di centro-destra, eletti dal popolo, rovesciati dalla magistratura, proprio quando il vento della politica rende difficile la loro rielezione.

 

Sulla serietà delle accuse risulta difficile, anzi pericoloso, dubitare.

 

Dall’altra parte, casi gravissimi, come lo scandalo del Monte Paschi di Siena, per il quale tutti noi siamo stati chiamati a pagare, spariscono in breve dalle cronache e, soprattutto, sparisce ogni legame con la politica nell’azione giudiziaria conseguente.

Il caso Penati fornisce un altro chiaro esempio di come la magistratura interpreta il suo ruolo di imparzialità.

 

 

Ma i punti fondamentali in cui queste forme di tirannia, neppur più celata, si manifestano sono:

 

 

1)      Cancellazione della Costituzione in quanto Legge scritta.

Una Legge in generale, ed una Costituzione in particolare, esiste se esiste in forma scritta e comprensibili a tutti. La Costituzione è il Patto fondamentale tra i cittadini, e come tale vale per quello che vi si trova scritto.

In Italia non e’ più così: nessuno e’ più in grado di conoscere cosa dice la Costituzione senza consultare un Oracolo, od una Sibilla, che riveli all’ignaro il vero significato di formule a tutti incomprensibili.

Ne’ Governo, ne’ Parlamento, ne’ Presidente della Repubblica sono più in grado di comprendere il significato delle apparentemente chiare e semplici formule costituzionali:

solo la Corte Costituzionale sa leggere ed interpretare.

Essa inventa ciò che nella Costituzione non appare scritto, giustificandolo con principi generali, in base ai quali potrebbe nello stesso modo sentenziare esattamente il contrario.

In questo modo si distrugge la certezza del Diritto e si cancella la Costituzione stessa, mentre un organo non elettivo si autoproclama Potere Legislativo, facendo e disfacendo le Leggi a suo piacimento.

 

2)      Sottrazione a dieci milioni di cittadini del loro voto, chiaramente espresso, annullato dai partiti dello schieramento avverso, utilizzando una legge in modo retroattivo ed incostituzionale, con la complicità degli organi preposti al controllo del rispetto dei Diritti fondamentali del Cittadino.

L’espulsione di Silvio Berlusconi dal Senato significa infatti proprio questo: l’annullamento di milioni di voti espressi dai cittadini

 

3)      Impedimento a milioni di cittadini di votare per chi vogliono.

La Sovranità appartiene al Popolo: questo e’ il principio fondamentale su ci si basa la nostra Costituzione. Questo principio e’ superiore a Leggi e Parlamento, e questo avrebbe dovuto garantire la nostra ineffabile Corte, se non il nostro mirabile Presidente della Repubblica.

La sospensione dei Diritti civili può essere tollerata solo come forma simbolica, nel caso di persone che, per la loro figura morale, non raccoglierebbero alcun voto.

Ma impedire a milioni di cittadini di esprimere liberamente il loro voto non e’ consentito in una Democrazia.