Pari dignità tra uomo e donna

La pari dignità di uomo e donna, nella diversità dei ruoli, diviene obbligatoria per i cristiani, oltre che per il versetto 27 della Genesi, per il quarto Comandamento, “Onora il padre e la madre” e per il contenuto stesso del Vangelo.

Numerosi sono i passi evangelici dove direttamente Gesù si rivolge a donne, o ne parla, con atteggiamento assolutamente diverso da quello tradizionale: la mancata lapidazione dell’adultera, il perdono della peccatrice, Marta e Maria, la proibizione del ripudio della donna.

 

Adducunt autem scribae et Pharisaei mulierem in adulterio deprehensam et statuerunt eam in medio; et dixerunt ei: “Magister, haec mulier modo deprehensa est in adulterio. In lege autem Moses mandavit nobis huiusmodi lapidare; tu ergo quid dicis?” Haec autem dicebant temptantes eum ut possent accusare eum. Iesus autem inclinans se deorsum digito scribebat in terra. Cum autem perseverarent interrogantes eum, erexit se et dixit eis: “Qui sine peccato est vestrum, primus in illam lapidem mittat.” Et iterum se inclinans scribebat in terra. Audientes autem unus post unum exiebant, incipientes a senioribus, et remansit solus, et mulier in medio stans. Erigens autem se Iesus dixit ei: “Mulier, ubi sunt? Nemo te condemnavit? Quae dixit: “Nemo, Domine.” Dixit autem Iesus: “Nec ego te condemnabo. Vade et amplius iam noli peccare.”
(Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”.
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”.
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»).
Giovanni, 8, 3-11.

 

 Cum autem irent, ipse intravit in quoddam castellum, et mulier quaedam Martha nomine excepit illum.  Et huic erat soror nomine Maria, quae etiam sedens secus pedes Domini audiebat verbum illius.  Martha autem satagebat circa frequens ministerium; quae stetit et ait: “Domine, non est tibi curae quod soror mea reliquit me solam ministrare? Dic ergo illi, ut me adiuvet”.  Et respondens dixit illi Dominus: “Martha, Martha, sollicita es et turbaris erga plurima,  porro unum est necessarium; Maria enim optimam partem elegit, quae non auferetur ab ea”.
(Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta).
Luca, 10, 38-42.

 

Et accedentes Pharisaei interrogabant eum, si licet viro uxorem dimittere, temptantes eum. At ille respondens dixit eis: “Quid vobis praecepit Moses?” Qui dixerunt: “Moses permisit libellum repudii scribere et dimittere.” Quibus respondens Iesus ait: “Ad duritiam cordis vestri scripsit vobis praeceptum istud. Ab initio autem creaturae, masculum et feminam, fecit eos Deus. Propter hoc relinquet homo patrem suum et matrem et adhaerebit ad uxorem suam, et erunt duo in carne una; itaque iam non sunt duo sed una caro. Quod ergo Deus iunxit, homo non separet.” Et in domo iterum discipuli eius de eodem interrogaverunt eum. Et dicit illis: “Quicumque dimiserit uxorem suam et aliam duxerit, adulterium committit super eam; et si uxor dimiserit virum suum et alii nupserit, moechatur.”
(E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E’ lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».)
Marco, 10, 2-12.

 

Et sedens Iesus contra gazofilacium aspiciebat quomodo turba iactaret aes in gazofilacium; et multi divites iactabant multa. Cum venisset autem una vidua pauper, misit duo minuta, quod est quadrans. Et convocans discipulos suos, ait illis: “Amen dico vobis quoniam vidua haec pauper plus omnibus misit qui miserunt in gazofilacium. Omnes enim ex eo quod abundabat illis miserunt; haec vero de penuria sua omnia quae habuit misit, totum victum suum.”
(E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»).
Marco, 12, 41-44.

 

Rogabat autem illum quidam de Pharisaeis ut manducaret cum illo et ingressus domum Pharisaei discubuit; et ecce mulier quae erat in civitate peccatrix ut cognovit quod accubuit in domo Pharisaei, adtulit alabastrum unguenti et stans retro secus pedes eius lacrimis coepit rigare pedes eius et capillis capitis sui tergebat et osculabatur pedes eius et unguento unguebat. Videns autem Pharisaeus qui vocaverat eum ait intra se dicens “hic si esset propheta sciret utique quae et qualis mulier quae tangit eum quia peccatrix est”.
Et respondens Iesus dixit ad illum “Simon habeo tibi aliquid dicere” at ille ait magister “dic”. “Duo debitores erant cuidam feneratori unus debebat denarios quingentos alius quinquaginta non habentibus illis unde redderent donavit utrisque quis ergo eum plus diliget?” Respondens Simon dixit aestimo quia is cui plus donavit; at ille dixit ei “Recte iudicasti” Et conversus ad mulierem dixit “Simoni vides hanc mulierem intravi in domum tuam aquam pedibus meis non dedisti haec autem lacrimis rigavit pedes meos et capillis suis tersit osculum mihi non dedisti haec autem ex quo intravit non cessavit osculari pedes meo soleo caput meum non unxisti haec autem unguento unxit pedes meos
propter quod dico tibi remittentur ei peccata multa quoniam dilexit multum cui autem minus dimittitur minus diligit dixit autem ad illam remittuntur tibi peccata”
Et coeperunt qui simul accumbebant dicere intra se quis est hic qui etiam peccata dimittit
dixit autem ad mulierem “fides tua te salvam fecit, vade in pace”.
(Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». «Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».)
Luca, 7, 36-50.

 

 Et factum est deinceps et ipse iter faciebat per civitatem et castellum praedicans et evangelizans regnum Dei. Et duodecim cum illo et mulieres aliquae quae erant curatae ab spiritibus malignis et infirmitatibus: Maria quae vocatur Magdalene de qua daemonia septem exierant et Iohanna uxor Chuza procuratoris Herodis et Susanna et aliae multae quae ministrabant eis de facultatibus suis.
(In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni).
Luca, 8, 1-3.

 

Mi sembra evidente che la lettura di queste pagine, dove ho voluto privilegiare il bel latino della Vulgata, ci mostra un nutrito pubblico femminile, trattato assolutamente alla pari degli uomini che circondavano Gesù, pur nel tacito rispetto dei ruoli che tradizionalmente si assegnavano ai due sessi: ma la differenza del ruolo non comporta differenza nei confronti della parola divina.

 

Simile riconoscimento della parità tra uomo e donna troviamo in queste pagine di S.Agostino:

 

Propter fornicationes autem unusquisque uxorem suam habeat, et unaquaeque suum virum habeat. Uxori vir debitum reddat, similiter autem et uxor viro. Uxor non habet potestatem corporis sui, sed vir; similiter et vir non habet potestatem corporis sui, sed mulier.
Aurelio Agostino,  De coniugiis adulterinis, I, 2.

 

Ad fidem autem castitatis illud pertinet: Uxor non habet potestatem corporis sui, sed vir; similiter et vir non habet potestatem corporis sui, sed mulier. Ad sacramenti sanctitatem illud: Uxorem a viro non discedere; quodsi discesserit, manere innuptam aut viro suo reconciliari, et vir uxorem non dimittat
(Riguarda invece l’osservanza della castità la frase: Non è la moglie che ha potestà sul proprio corpo, ma il marito; e ugualmente non è il marito che ha potestà sul proprio corpo, ma la moglie. E per la santità del sacramento dice: La donna non si separi dal marito; ma se si separa, non si risposi o si riconcili con lui; e l’uomo non ripudi la moglie.)
Aurelio Agostino, De bono coniugali  24, (32).

 

Il matrimonio monogamico ed il divieto di ripudio sono i primi due precetti assolutamente in favore della donna, introdotti in modo chiarissimo dal cristianesimo.

La pari dignità, riconosciuta dal cristianesimo ai due sessi, non fu mai, grazie a Dio, negazione della differenza o confusione dei ruoli: confusione che è invece tutta nella posizione laica di oggigiorno, che si spinge a sostenere che il proprio sesso dovrà essere stabilito dall’individio al raggiungimento della maggiore età!

Anzi, in nome della non discriminazione, mi aspetto che la prossima legge libertaria imponga a chiunque la soddisfazione dei desideri sessuali a lui richiesti da parte di chicchessia! (Una legge simile era prevista, scherzosamente, da Platone nella Repubblica, a favore di coloro che si erano distinti in battaglia.)

 

Non voglio trattenermi oltre sull’argomento, che  ha già assorbito troppe pagine, per quel che le donne meritino, ma voglio concludere che il culto Mariano, che attribuisce ad una donna quello che a nessun uomo verrà mai concesso, è il suggello che il cristianesimo pone alla grandezza del ruolo della donna nel disegno divino:

 

 

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’ etterno consiglio,
tu se’ colei che l’ umana natura
nobilitasti sì, che ‘ l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura..
Paradiso, XXXIII, 1-6.