l’incursione di Bardonecchia

Gendarmi francesi, inseguendo un irregolare senegalese, sospettato di spaccio, sono entrati in un locale donato dal sindaco locale ad una ONG (Rainbow Africa), tentando di fargli far pipì..

Apriti cielo: per uno spacciatore Senegalese il nostro governo, che tanto non aveva fatto per i marò in India, ha aperto il fuoco diplomatico contro la Francia, colpevole, in realtà, di non voler accogliere i migranti che noi andiamo a raccattare per tutti i mari.

Stiamo facendo la figura dei cioccolatari, compreso il centro-destra, subito aggregatosi al coro degli indignati.

In realtà hanno ragione i Francesi.

Un accordo internazionale del 1990 dà a loro (ed ai nostri doganieri) il potere di agire anche fuori dal confine, nell’esecuzione dei loro compiti di sorveglianza.

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Noi opponiamo che:

Un cartello, fatto mettere da Sindaco, vietava l’ingresso al locale occupato dall’ONG “ai non addetti ai lavori”. A parte che un cartello del genere non è mai sufficiente a fermare un’autorità di Polizia, come mai il Senegalese è stato fatto entrare? Era addetto ai lavori?

O non era meglio scrivere: “Asilo sicuro per clandestini, spacciatori e malavitosi di colore?”

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E poi si dice che la variazione di destinazione del locale era stata comunicata per e-mail (da chi e a chi), ed era previsto un incontro sull’argomento il 16 aprile.

Avete mai sentito che un accordo internazionale, firmato e sancito, venga variato tramite e-mail, da una sola parte? E l’incontro del 16 aprile (non ancora avvenuto) a cosa sarebbe servito?

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Facciamo schifo ai cani.

 

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