Oggi in Italia all’elettore Sovrano è negato il diritto di votare per il capo dell’opposizione, Silvio Berlusconi, mentre il partito di opposizione in questo momento in maggior crescita, cioè la Lega, viene bloccato e impedito nella sua azione, mediante il sequestro di tutti i suoi fondi.
In questa situazione drammatica, degna dei peggiori paesi totalitari, le televisioni ci propinano i commenti beffardi e soddisfatti dei delinquenti andati al potere con l’uso eversivo della magistratura e che stanno al potere da cinque anni, grazie ad una legge da loro stessi fatta dichiarare incostituzionale e ad una maggioranza dello 0,2% che li autorizza a mandare a picco il Paese e a sovvertire Leggi e istituzioni.
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In questo specifico caso si sono violate ripetutamente e gravemente principi giuridici e democratici, e grazie e questi stravolgimenti oggi si pensa di poter impedire al centrodestra di ribaltare la sciagurata situazione in cui versa l’Italia.
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1) La Magistratura si è arrogata il potere di definire cosa i Partiti possono o non possono fare dei loro soldi, senza che vi sia una legge che lo preveda, mentre l’azione politica deve essere assolutamente libera. Un partito non è un Ente statale con un suo compito definito. Il partito agisce nella Società portando avanti le iniziative che crede più utili e confacenti ai suoi scopi di diffusione delle sue idee. In parole povere, se la Lega ha creduto che fosse opportuno finanziare Bossi, malato ed invalido, perché comunque utile alla sua azione, era suo diritto farlo, senza che vi sia un giudice che possa impedirglielo, senza una legge ben precisa che lo preveda. La Libertà di azione politica è fondamentale per la Democrazia, molto più del corretto uso dei fondi, tra l’altro non più pubblici, una volta erogati al partito.
2) I soldi pubblici dati alla Lega, come agli altri partiti, sono dati in funzione del numero dei voti presi, non a fronte di spese documentate.La Lega i voti li ha presi davvero, quindi i fondi non sono stati erogati erroneamente o fraudolentemente.
3) Se, invece, fosse vero che i Bossi hanno usato per scopi personali i soldi della Lega, allora la Lega è parte lesa, non complice del reato.
In parole povere: se la Lega non voleva che i soldi fossero usati da Bossi a fini personali, allora è parte lesa; se, invece, lo voleva, allora era nel suo pieno diritto il farlo, in base al principio di supremo interesse generale che l’azione politica sia libera, se non in contrasto ad una ben precisa legge.
4) Comunque, la cifra bloccata è assolutamente spropositata: non è pensabile che tutti i soldi erogati siano andati per le spese voluttuarie di Bossi, e la Lega non abbia mai svolto attività politiche o abbia sostenuto spese elettorali, per le quali ii soldi le sono dovuti.
5) E’ impensabile che si possa bloccare un partito politico in base ad azioni commesse in passato da qualche suo membro, per questo già decaduto e condannato.
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Resta ferma la mia convinzione che anche nel caso della condanna di Bossi e di Belsito i motivi di questa sono solo ed esclusivamente politici: ogni amico di Silvio Berlusconi è stato fatto oggetto di persecuzioni e condanne.
E ne approfitto per ricordare l’ingiusta detenzione di Dell’Utri, senza che l’Impresario Funebre Capo, tutto impegnato a pensare ai migranti, si ricordi del suo potere di Grazia.