Due fratelli, imprenditori agricoli di Cosenza, sono stati arrestati per “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravati dalla discriminazione razziale“. Ho sentito la notizia sia a Radio 24, la radio della confindustria, sia al TG1: entrambi inorriditi dal fatto che i Rumeni venivano pagati 35 euro, mentre ai negri ne davano solo 25.
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Particolarmente idiota ed odiosa è l’accusa di razzismo per la differenza di paga tra Rumeni ed Africani: lo sanno tutti che i Rumeni vengono ogni anno nel Sud Italia proprio per la raccolta, perchè i soldi che prendono gli giustificano scomodità e viaggio: sono pertanto più esperti e lavorano meglio, per questo sono più richiesti e più pagati. Questa è la spiegazione più elementare e facile da capire, ma non per i nostri magistrati, di colore noto, non sicuramente nero, e per i nostri giornalisti, pagati dal sistema (la Confindustria dovrebbe vergognarsi di imbottire la sua radio di sinistroidi, a partire da Barisoni, che di economia non capisce un’acca)
Chi mai pagherebbe un rumeno 35 euro, se può avere il negro a 25, se lavorano ugualmente bene (o male)?
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Il vero orrore è quello del carcere preventivo per due poveri cristi che lavorano al Sud, facendo sopravvivere un’industria agricola con la concorrenza di marocchini, libici ed egiziani.
Due italiani che lavorano e danno da lavorare, arrestati per soddisfare le smanie buoniste ed antirazziste di comodo di quelli che ci riempiono l’Italia di sfaccendati, mantenuti con i nostri soldi, senza pensare minimamente a dare loro un lavoro qualsiasi.
Mettono in galera quelli che il lavoro se lo inventano e lo trovano, mentre in galera dovrebbero andarci loro.
Intanto ladri, spacciatori e sfaccendati vari girano indisturbati e riveriti.