Con il ritorno al Cairo del nostro ambasciatore, ritirato per far contenta la sinistra becera, in spregio degli interessi nazionali, torna agli onori della cronaca il caso che prende il nome dallo studente italiano torturato ed ucciso in Egitto.
Prima di affrontare l’argomento, vanno poste due domande preliminari:
.
1) contemporaneamente alla sparizione di Regeni, due italiani, Claudio Chiarelli, 66 anni, e il figlio Massimiliano di 29, venivano uccisi dalla polizia dello Zimbawe, scambiati per bracconieri (versione ufficiale). Come mai in questo caso, nessun passo fu compiuto dal nostro Governo (di merda) per accertare i fatti e la verità in questa oscura tragedia?
Risposta: non erano di sinistra, e, pertanto, non gliene fregava assolutamente nulla.
.
2) Tenuto conto che, fino allora, tutti i casi di sparizione di occidentali erano stati causati dai terroristi islamici, perché nel caso Regeni fin dal primo giorno, e senza alcuna prova, si è accreditata la versione che a rapirlo ed ucciderlo fosse stata la polizia egiziana, e non gli islamici dei Fratelli Musulmani con i quali aveva a che fare?
Risposte: a) ???? b) La sinistra vi ha visto l’occasione di attaccare un Governo filo occidentale e nemico dei terroristi. c) forse, si conoscono delle attività di Regeni in Egitto particolari che rendono probabile o giustificano questa ipotesi, particolari che non si vuole o si può rendere pubblici.
.
Poste queste due domande, faccio notare che il caso Regeni consiste esattamente in questo:
.
non avendo alcuna prova di nessun tipo che responsabili dell’omicidio siano state le Forze di sicurezza egiziane, si pretende, con un atteggiamento sprezzante ed offensivo, che a darci le prove di questa invenzione sia il Governo egiziano stesso, violando le leggi egiziane che, come quelle italiane, pretendono che sulle indagini della Magistratura sia obbligatorio il segreto istruttorio.
.
La Magistratura egiziana, meno propensa di quella italiana a rendere pubblici a cani e porci (leggi: Repubblica ed Espresso) i fascicoli coperti da segreto, non intendeva fornirci le carte richieste, appellandosi alla Costituzione egiziana. Con un atteggiamento di assoluta prepotenza di stampo coloniale, abbiamo pretesa questi fascicoli, violando il principio che responsabile delle indagini è il Paese dove è avvenuto il reato.
Naturalmente, dalle carte non si evince nulla di quanto da noi sospettato, e quindi ecco una ulteriore prova della perfidia egiziana.
Nemmeno con l’India del caso Marò, infinitamente più grave di questo, abbiamo tenuto un atteggiamento tanto strafottente. Ma maramaldeggiare coi deboli e leccare le terga ai forti è sempre stata caratteristica dei sinistri.
.
Per finire vorrei far notare che il cadavere di Regeni fu buttato da un’auto ai margini della strada. Questo è caratteristico di qualcuno che ha paura a tenere il cadavere sulla sua automobile, perché teme di essere fermato dalla polizia. Se fosse stata la polizia stessa ad ucciderlo, o, ancor meglio, i servizi segreti, questi non avrebbero avuto paura, e avrebbero portato la spoglia fino ad una sepoltura sicura (vedi sabbia del deserto), dove non sarebbe stato trovato mai più.
E’ pertanto probabile che il giovane sia stato torturato ed ucciso dai suoi contatti islamisti, che lo sospettavano, forse, di connivenze con il Governo o con i Servizi inglesi.
.
Al margine della vicenda, l’ennesima bufala della stampa liberal americana, che, così abituata a fare con Trump, si è inventata segrete comunicazioni di Obama, il quale, conoscendo la verità dei fatti, se ne starebbe bellamente in silenzio, assecondando il Governo italiano in un comportamento criminoso..