Il diritto di difendere la propria vita è di certo il primo tra i Diritti naturali, corrispondendo all’istinto naturale di preservazione della propria esistenza e di quella della propria specie, cosicché lo si può con facilità immaginare proprio anche di ogni animale, se non di ogni essere vivente.
Questo diritto si estende poi intuitivamente alla difesa di ogni altro Diritto dell’individuo, minacciato dalla violenza altrui: il Diritto di difendere i propri Diritti di Libertà.
Per garantirsi meglio tale diritto nascono le prime associazioni di uomini, e quindi i primi Stati. La difesa verso l’aggressione esterna e la prepotenza o sopraffazione interna è quindi il primo compito dello Stato.
Per permettergli di assolvere a questo compito gli individui cedono allo Stato parte dei loro Diritti nei confronti degli altri loro simili, che sono proprio i diritti che nascono da quello di autodifesa della propria vita, delle proprie proprietà e dei propri diritti di Libertà.
Il cittadino, però, non cede, e non potrebbe farlo, il diritto alla Difesa di fronte all’aggressione in atto, né lo Stato può togliergli tale diritto, trasformandosi in difensore dell’aggressore, come fa lo Stato Italiano oggi, per mano dei suoi Procuratori e Giudici.
Per questo, nella concezione liberale dello Stato, questo non ha autorità per obbligare o proibire, né tanto meno per togliere la Libertà ad un cittadino, se non per difendere la Libertà ed i Diritti degli altri.
Gli statalisti, invece, credono diritto dello Stato imporre, proibire od obbligare i cittadini per il proprio miglior funzionamento, per qualsiasi realizzazione ideologica di parte (della loro parte) e qualsiasi fantasia passi loro per la testa, purché siano rispettate le forme legali di creazione delle Leggi, e talora neppure quelle.
In questa loro idea, cioè che lo Stato serva a realizzare la Società dei loro sogni (mentre per il Liberale, la Società migliore è quella che nasce e si sviluppa spontaneamente dalla libertà di tutti e di ciascuno), il compito dello Stato di difendere i diritti del cittadino si perde rapidamente, sopraffatto dal compito di realizzare altri scopi ideologici, che vanno dall’Uguaglianza, all’Ecologia, all’Animalismo, al Sesso-confusionismo ed altre parole d’ordine scoperte di volta in volta.
Pertanto, non solo si depenalizzano i reati contro le persone fisiche ed i loro beni, ma si proibisce anche all’individuo di difendersi da solo, quando è sotto aggressione: un individuo che si difende è pericoloso per uno Stato che si prefigge di conculcare i diritti dei suoi cittadini per realizzare i suoi sogni ideologici.
Addirittura, al contrario, si difendono i Diritti ideologici, quelli di conquista, tanto cari alla sinistra. Pertanto si difende il Diritto di mantenere la casa occupata, portandola via al legittimo inquilino. O i diritti dei violenti (purché di sinistra) di mettere a soqquadro le città e saccheggiare i beni altrui.
Due sono i richiami della foresta cui le sinistre non sanno resistere:
1) la difesa di Classe, per cui chi ruba è un Proletario, mentre chi si difende è un Padrone, che va punito già solo per quello
2) Il ricordo dei loro Stati (quelli per i quali battevano e battono i loro cuoricini: la Cuba dei Castro, il Venezuela di Chavez, e la nostalgia per la Russia di Bresnev e la Cina di Mao), che si prefiggono di cambiare la natura dell’Uomo, e sono pertanto Stati totalitari, dove non si può permettere al cittadino alcuna possibilità di difesa individuale, tanto meno al Nemico di Classe, quello che possiede qualche bene da difendere.
Oggi si parla di una nuova legge per garantire meglio la difesa del cittadino, perseguitato da una giustizia che sembra più atta a garantire il sicuro lavoro di ladri e rapinatori che la vita ed i diritti degli onesti (per chiudere un caso di evidente legittima difesa come quello del benzinaio che spara su banditi armati di Kalasnikov che hanno già sparato, c’è voluto un anno e mezzo).
Ma la sinistra (meglio dire i sinistri) propone una legge la quale lascerà ancora al giudice il compito di decidere se si tratti di legittima difesa o meno.
Questo sembra loro ragionevole, ma non è così. Compito e natura delle Leggi è quello di definire a priori, con chiarezza, ciò che si può fare e ciò che non si può fare. Una legge che ha bisogno di una interpretazione successiva, che non sia la semplice constatazione dei fatti, non è una legge ben scritta: l’interpretazione successiva del Giudice distrugge la certezza del Diritto (lo diceva già il Beccaria: ” meglio la peggior Legge che la miglior interpretazione“)