Mattarella: il peggio deve ancora venire….

Tratto dal brago dove sono cresciuti gli Scalfaro e le Bindi, con l’inganno e la prepotenza proterva del più forte (al momento), è stato insediato nel palazzo che fu dei Papi e che i Papi fecero grande, ed i Re e Presidenti resero bordello, Sergio Mattarella.

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Di lui si ricordano tre cose:

1) Si dimise da un governo Andreotti per difendere il monopolio televisivo di Stato.

2) Fu autore di un sistema elettorale che, tradendo la volontà degli elettori, espressa in un Referendum, di far cessare il sistema partitocratico, per passare ad un sistema maggioritario, istituì il cosiddetto “bipolarismo”, un sistema studiato per salvare la vecchia partitocrazia, permettendo ai partiti di presentarsi in blocchi (le coalizioni). Così si ingannava l’elettore, poiché, subito dopo, i partiti potevano tornare a separarsi senza alcuna remora o disincentivo. (“Presentarsi uniti, per mangiare da soli”)

3) Come Presidente della Corte Costituzionale continuò l’opera criminale di azzeramento della Costituzione intesa come Legge scritta, e cioè che tutti possono leggere e comprendere, per trasformarla in un testo esoterico, lasciato all’interpretazione dell’Oracolo, che di volta in volta la riinventa e la riscrive.

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Questa è la, pietra tombale, trovata da Renzi e dal PD, da stendere su quanto resta della Libertà degli Italiani.

Come in ogni tragedia, abbiamo dovuto sorbirci anche la farsa: Alfano, minacciato di estromissione da Renzi, che si converte immediatamente dal No al Si, e che abbraccia vistosamente il neoleletto, in cerca di future compiacenze.

Senza parlare dei trenta italoforzuti che non hanno saputo trattenersi, anche nel segreto dell’urna, dal prostrarsi al vincitore (per farsi riconoscere, uscivano rinculando, ancora piegati ad angolo retto…)

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Nel frattempo, ogni giorno si emanano leggi sempre più feroci contro chi lavora e produce, colpendo fatti e comportamenti non considerati reato fino ad oggi; si procede a retate di centinaia di incensurati, arrestati di notte in casa propria, senza mai averli ascoltati prima; si sequestrano preventivamente decine di aziende ed imprese, che si fanno fallire prima di ogni possibile giudizio. Tutto questo con la complicità, oramai totale, dei giornalisti televisivi, che ci propinano le prove loro passate dalle Procure: “hanno riso del terremoto“…

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Gli Italiani si preparino, intanto, a tirar fuori anche i tre miliardi per l’ILVA, prima nazionalizzata e poi portata allo sfacelo.

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