21-11-2014
Ieri grande scandalo nazionale: il Procuratore della Cassazione ha chiesto l’assoluzione per il caso dell’amianto (eternit).
Pianti e gemiti su tutti i telegiornali (oramai asserviti al facile compito di diffondere ed aumentare la stupidità generale).
Dopo l’assoluzione degli esperti che non avevano previsto il terremoto (caso mai accaduto in nessun’altra parte del mondo), questo è proprio il colmo: che sia riapparso il Diritto?
L’eternit si produceva in 51 paesi, dal 1904.
In nessuno di questi si è processato qualcuno, e neppure da noi, quando il caso era chiaro ed attuale.
Trent’anni dopo, si pensa di condannare per omicidio volontario continuato un vecchio novantenne (che la Svizzera, comunque, non ci avrebbe mai consegnato).
(Intanto gli stabilimenti della Tyssen, dopo un altro processo del genere, hanno chiuso in tutta Italia, con migliaia di licenziamenti).
Perché solo da noi, e non in tutti gli altri Stati?
Perché nel resto del mondo vige il principio, da noi dimenticato, che nessuno può venir punito per aver commesso un fatto che non era reato al momento in cui veniva compiuto.
Ed anche perché, altrove, certa gente sta a zappare i campi.
Ma noi siamo un paese diverso: per questo perfino la Grecia sta facendo meglio di noi.
Renzi, comunque, non ha perso l’occasione di dimostrare di essere un coglioncello fuori posto: ha subito prospettato di togliere od aumentare il tempo della prescrizione, perché i reati non vengano cancellati.
Solo delle teste vuote non sanno che allungare i tempi di prescrizione avrebbe come conseguenza un aumento del numero delle prescrizioni, non una diminuzione, perché cosi facendo si aumenterebbe il carico di lavoro, con ulteriori ritardi ed ingolfamenti.
Giustissima era la riforma proposta dal centro-destra, e fatta fallire anche per l’opposizione di quel farabutto di Casini, di portare la prescrizione a 2-4-6 anni dal momento della formulazione dell’accusa.
Tra l’altro, in questo modo, si obbligavano i PM a sbrigarsi a portare in giudizio gli accusati, e a non sbattere in galera la gente, prima di avere uno straccio di prova.